SAN VERO MILIS. Il tempo passa ma la torre di Capo Mannu rimane in bilico. Il cantiere allestito qualche tempo fa è ancora in piedi ma è desolatamente vuoto. I materiali sono custoditi dietro il recinto allestito dall’impresa che dovrebbe curare il recupero della torre. Ci sono le pietre accatastate in un angolo del cantiere e ci sono anche i ferri per i ponteggi e per rinforzare la torre. Forse. I dubbi sono legittimi perché ottenere chiarimenti dagli operai – e dal capocantiere – è complicato. Attorno alla torre di Capo Mannu, infatti, non c’è anima viva e pare che gli operai manchino all’appello da diversi giorni. Un dettaglio che non poteva sfuggire agli occhi di chi ha seguito la vicenda passo dopo passo. Dopo il crollo della torre di Scab’e Sai, era il 23 agosto del 2012, il tema del restauro delle torri costiere era diventato un argomento alla moda. Ne parlavano più o meno tutti, dai funzionari della Conservatoria delle coste agli uomini della strada. Ognuno con la sua idea, ognuno con la sua verità. Da una parte c’era chi diceva che i lavori di restauro non si sarebbero mai conclusi, dall’altra c’era chi snocciolava date e numeri. «Il 6, al più tardi il 10 giugno, firmeremo il contratto con la nuova ditta che si dovrà allestire i cantieri per il recupero delle torri», aveva dichiarato il direttore della Conservatoria delle coste, Alessio Satta. Una promessa che, evidentemente, è stata mantenuta. La conferma è stampata sul pannello che domina il cantiere deserto: l’appalto se l’è aggiudicato la ditta “Valori S.c. A.rl.” di Roma che, in data non precisata, si è assicurata i lavori di ristrutturazione delle torri. Una vera e propria riconferma visto che la stessa ditta aveva curato il tentativo di restauro della torre di Scab’e Sai. Un lavoro sfortunato che, dopo tante incertezze (si era addirittura pensato di smontare la torre di ricostruirla venti metri più indietro), si era concluso con il crollo di una parte della struttura, franata dalla scogliera sotto gli occhi impotenti dei restauratori. Un destino che, a quanto pare, potrebbe toccare anche alla torre di Capo Mannu, recintata come impone la legge e pronta ad essere restaurata ma, di fatto, abbandonata alla sorte e alla clemenza degli elementi. E dire che sul piatto ballano circa due milioni e mezzo di euro destinati dalla Regione al restauro delle torre costiere e reperiti grazie a un finanziamento Fas (fondi per le aree sottoutilizzate). Denari che, se non utilizzato per tempo, saranno buoni al massimo per accompagnare giù dalla scogliera anche un’altra torre costiera del territorio di San Vero Milis.