SASSARI. Gli immobili presenti nel Parco nazionale dell’Asinara sono nelle mani della Conservatoria della coste, che gestisce il patrimonio trasferito dallo Stato alla Regione. Sui 52 chilometri quadrati – da Fornelli a Punta Scorno – ce ne sono ovunque, quasi tutti (quelli non già interessati da piani di riqualificazione) in condizioni di abbandono. In altri casi occupati ma non utilizzati da enti che, comunque, continuano a tenere un piede nell’ex isola-carcere.
Dopo avere creato le condizioni per il ristorante a chilometro zero e il Centro Diving a Cala d’Oliva, la Conservatoria prosegue la sua attività di recupero conservativo per valorizzare il patrimonio dell’Asinara. E proprio a Cala d’Oliva, si prepara un appuntamento che ha quasi un significato rivoluzionario: il ristorante «L’Asino bianco», infatti, sta programmando il Capodanno all’Asinara. Una proposta semplice da altre parti, ma assai problematica sull’isola-parco. Fra poco, infatti, cesserà il collegamento marittimo quotidiano con Porto Torres e l’azienda che gestisce il ristorante – dove sono in corso una serie di lavori – dovrà fare i salti mortali per arrivare in tempo. In questi giorni sono stati trasferiti e stoccati a Cala d’Oliva tutti i materiali necessari, e le operazioni sono in corso. La sfida è organizzare il primo Capodanno all’Asinara nell’era post-carcere. Una idea che piacerà a molti.
Intanto, per restare a Cala d’Oliva, la Conservatoria della coste – d’intesa con il Parco e con il Comune di Porto Torres, nel cui territorio ricade l’Asinara – ha individuato alcune attività, compatibili con il Piano di sviluppo, da inserire per favorire la promozione economica e sociale del borgo. Si tratta del laboratorio per la produzione del pane e prodotti di pasticceria freschi, alimentari, gelateria, botteghe di artigianato con annesso laboratorio, noleggio di attrezzature sportive, oltre all’insediamento di una attività di ittiturismo riservata agli operatori della pesca. La “locanda” sarà dotata di sei stanze per consentire anche il soggiorno degli ospiti. Si tratta di insediamenti ispirati alle attività preesistenti nel borgo di Cala d’Oliva che potrebbe diventare il cuore del Parco e accogliere fino a 600 residenti.
Si gioca proprio su queste iniziative – più che su feste e manifestazioni folcloristiche – il vero rilancio dell’Asinara impegnata a conservare identità e memoria attraverso la presenza dell’uomo sull’isola e l’uso razionale delle risorse. A circa 15 anni dalla creazione del Parco nazionale tanti sono ancora i problemi irrisolti: il ministero dell’Ambiente non ha ancora nominato il consiglio direttivo (una carenza grave che condiziona la gestione di un territorio così complesso), sono sette i ministeri che conservano una “radice” sull’isola per varie ragioni che poco o niente hanno a che fare con il Parco, e restano da portare a soluzione questioni annose come quella dell’acqua potabile, del sistema dei rifiuti e – soprattutto – della continuità territoriale nei collegamenti marittimi tra l’isola e il porto di Porto Torres. «Siamo impegnati nella ricerca di una terza via – ha detto il direttore della Conservatoria delle coste Alessio Satta – per porre la rigorosa tutela del paesaggio, la conservazione della natura e l’arresto del consumo di nuovo territorio alla base di ogni forma di sviluppo locale».
Su questo fronte dovranno concentrarsi gli sforzi di tutti gli enti interessati, per fare in modo che l’Asinara diventi davvero un valore aggiunto per lo sviluppo del territorio. (g.b.)