Carlo Antonio Borghi
Un tratto di costa sarda diventa Galleria d’Arte a cielo aperto. Località Mangiabarche-Calasetta, costa sud ovest-Basso Sulcis. Un faro aiuta i naviganti a non farsi mangiare le imbarcazioni dalla imperiosa e agguerrita scogliera. Al largo spunta l’incantata isola di San Pietro o Carloforte. In questo lembo di costa, ricoperto di macchia mediterranea, un insediamento militare dismesso è stato riconvertito in Galleria a cielo aperto per l’Arte Contemporanea. In tempo di guerra era una postazione antisbarco navale e anti-attacco aereo.
Trincee a mare, piattaforme di cemento armato per le batterie di cannoni, torrette mitragliere, alloggi per i militari, un casamento per ospitare ufficiali e apparecchiature radio e telemetriche. Su un muro ora restaurato domina ancora la scritta sempre pronti all’accensione. L’accensione della battaglia è stata sostituita dall’accensione dell’immaginazione artistica site specific, da progettare e realizzare in loco in un centro di produzione permanente e internazionale, rigorosamente en plein air. Arte-acqua-terra e fuoco di esplosioni creative.
Questo è quel Sulcis che tutte le cronache descrivono come l’area più depressa d’Italia. L’opera di recupero e di ripristino con cambio di destinazione d’uso è stata attuata dalla Conservatoria Regionale delle Coste e dalla Fondazione Beyond Entropy, sulla base di un progetto curato dall’architetto Stefano Rabolli Pansera. Da avamposto militare abituato a sparare, il Mangiabarche è diventato posto per allestire e installare arte a cielo e a mare aperto. In questo mare regnano i pregiati tonni di corsa. Nel retroterra regna il pregiato vitigno Carignano. Mare fenicio e terra punica, così come dimostra la cittadina di Sant’Antioco, l’antica Sulki, con la sua necropoli e il suo altare-tophet per i sacrifici rituali.
A Calasetta sono abituati all’Arte Contemporanea grazie all’opera e all’attività promozionale del pittore Ermanno Leinardi, artista astrattista e concretista, famoso per le sue O dipinte.
A lui si deve il MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta. Il Mangiabarche non sarà un museo per fare conservazione, ma una residenza artistica permanente collegata a una rete di gallerie dislocate nel Mediterraneo. L’inaugurazione della Open Gallery è avvenuta al buio, installando nell’ambiente una lunga miccia incendiata e seguita passo passo dal sassofonista Enzo Favata. Un miracolo in una Sardegna che perde pezzi e speranze di rinascita.