L’Asinara un paradiso terrestre senza acqua

Ultima puntata del reportage in tre parti di Argentino Tellini dall’Asinara. Storie, incontri e problemi di acqua e di collegamento.


di Argentino Tellini

L’Asinara, questa specie di paradiso terrestre, lo ribadisco ancora, dove il tempo si è fermato, è un Parco Nazionale dal 1997, un Parco dalle enormi potenzialità, ma pieno di problemi che ne impediscono il decollo.

Voi non ci crederete, ma da Porto Torres (dal 27 settembre 2012 ) non parte nessuna imbarcazione per l’isola, il cui collegamento qua in Sardegna viene chiamato continuità territoriale: nel nostro caso la “Sara D”, l’unica nave (in realtà poco più di una lenta bagnarola) che faceva fino a quella data la spola fra PortoTorres e il molo di Cala Reale all’Asinara. I collegamenti attualmente vengono garantiti da piccole imbarcazioni, impossibilitate a trasportare mezzi e merci, che salpano dal piccolo molo di Stintino.

Risultato? Ogni gara d’appalto, ogni lavoro, ogni bando per l’assegnazione degli immobili sull’isola dell’Asinara è bloccato da mesi, per l’impossibilità di trasportare mezzi e materiali. Roba da terzo mondo. A nulla sono servite sinora le vigorose lettere di protesta dell’amministrazione comunale di Porto Torres nei confronti della Regione, che gestisce questa tratta marittima. A ciò si aggiunge l’altro problema storico dell’Asinara: la mancanza di una rete idrica efficiente. Senza la risoluzione di queste due tematiche (acqua e trasporti) parlare di sviluppo economico, sociale ed ambientale del Parco non ha nessun senso, sarebbe come costruire una casa senza le fondamenta. L’Ente Parco, che gestisce con soli 6 addetti e 3 precari un territorio di 52 kmq fa i miracoli, per di più con un bilancio irrisorio: 4 milioni di euro l’anno. “Ci muoviamo sempre inseguendo le emergenze, facciamo i salti mortali per superare i problemi quotidiani e rendere questo Parco vivibile” mi dice il direttore del Parco Asinara, l’ingegner Pierpaolo Congiatu, il cui grande obiettivo è far vivere e pulsare i villaggi dell’Asinara, con la presenza dell’uomo che vi abita, vi risiede e vi lavora, dodici mesi all’anno. Cosa attualmente impossibile. ” L’uomo deve ridiventare protagonista dell’Isola e ci stiamo adoperando per questo ” conclude Congiatu.

Il direttore della Conservatoria delle Coste della Sardegna l’ingegner Alessio Satta (la Conservatoria si occupa per conto della Regione dei bandi per l’assegnazione degli immobili presenti all’Asinara, ve ne sono almeno 200 subito disponibili) è però fiducioso “Penso che a breve le questioni ataviche che ingessano il Parco, rete idrica e trasporti, troveranno finalmente soluzione, con finanziamenti e risorse certe. Appena si sbloccheranno queste problematiche avvieremo immediatamente le procedure per l’assegnazione degli immobili, lo faremo nel modo più celere possibile, il territorio non può aspettare. Il Parco infatti deve avere adeguate strutture ricettive e deve anche essere occasione di sviluppo e di lavoro, nel pieno rispetto dell’Ambiente. Abbiamo anche altri progetti in itinere come la ristrutturazione del grande faro di Punta Scorno, fiore all’occhiello dell’Asinara. Comunque diverse strutture sono state già assegnate”.

Le idee quindi non mancano e vanno nella direzione giusta. Bisogna però fare in fretta. È doveroso sottolineare che anche la Conservatoria si muove con pochi uomini, che ovviamente fanno il possibile, in collaborazione con il Parco stesso e l’amministrazione Comunale di Porto Torres, rappresentata dalla giovane assessora Alessandra Peloso che è delegata dal sindaco Beniamino Scarpa proprio sulle tematiche inerenti all’Asinara. Alessandra ha moltissima grinta ed idee, è un fiume in piena “Voglio implementare l’integrazione fra gli enti preposti che hanno competenze sull’Isola e favorire, per quelle che sono le mie mansioni, nuove iniziative economiche fra imprenditori e pescatori locali, incentivando settori come l’ittiturismo. Per alcune iniziative siamo a buon punto. Inoltre vorrei promuovere l’Asinara a livello internazionale e farne anche un centro di cultura. Le risorse economiche sono pochissime, i tagli del Governi micidiali, ma ho entusiasmo e penso positivo” . Si pensi che per la cultura Alessandra Peloso ha a disposizione solo 15mila euro, quanto ” Fiorito er Batman” spendeva per una cena. L’assessora non si abbatte e conclude “Con l’aiuto del sistema turistico locale (Stl) , dove aderiscono associazioni, privati ed Enti Locali, l’isola si può promuovere ugualmente. Molte cose le faremo, nonostante le difficoltà”.

Per fortuna in Italia ci sono ancora amministratori giovani ed onesti che con niente, senza lamentarsi, cercano di superare ingenti problemi. Questi giovani ci fanno avere più fiducia in un avvenire migliore per il nostro Paese. L’amarezza che ad ogni modo resta è che non basta solo istituire Parchi Nazionali per poi lasciarli completamente abbandonati a loro stessi, senza soldi, uomini e mezzi. Non si può chiedere l’impossibile a pochissime persone che devono gestire cose che vanno al di la delle loro competenze, persone che fanno il loro dovere e che inoltre sono costrette a subire giornalmente critiche molto ingenerose per disservizi di cui non hanno nessuna colpa. Magari avesse avuto il medesimo comportamento chi ha istituito i Parchi per farne solo scatole vuote. L’auspicio quindi è che si sblocchi qualcosa subito, sarebbe imperdonabile se non accadesse. Altrimenti in diversi, molto in alto, si dovrebbero spargere il capo di cenere, per la vergogna di queste incompiute. Basterebbe solo un minimo di buon senso. Ma attualmente chiedere questo ai Governi è come abbaiare alla luna.

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