Un eco-ostello negli alloggi dell’ex miniera

Un eco-ostello internazionale a Montevecchio, nella palazzina dell’ex alloggio dei dirigenti. Un accordo importante fra la Regione e il Comune di Arbus che vede il sito minerario arricchirsi di un servizio in più, utile per l’avvio di attività ricettiva, commerciale e culturale allo scopo di promuovere le bellezze naturali del luogo. La consegna delle chiavi, da parte del sindaco Franco Atzori, all’Agenzia regionale della conservatoria delle coste, ieri sera ad Arbus, nella sala consiliare di via Pietro Leo. Si tratta di un edificio, acquisito al patrimonio del Comune nel 2001 e mai utilizzato, che ora diventerà uno spazio destinato ad accogliere giovani che giungeranno da tutto il mondo nel territorio del Campidano. Il seminterrato ospiterà un pub e i due piani superiori lasceranno spazio a 80 posti letto. L’iniziativa consentirà la valorizzazione di prodotti locali, con il marchio dell’ex miniera, e l’utilizzo della manodopera del posto, in particolare gli studenti dell’Alberghiero.
«Sarà la Ferrari del turismo di massa», ha detto il direttore della Conservatoria, Alessio Satta. «Uno spazio affidato a personale selezionato, altamente qualificato e preparato. Non un posto solo per trascorrere la notte, ma una soluzione per rafforzare la cultura dell’amicizia, con la possibilità di incontri e anche di provare musica e strumenti in una sala apposita».
Pieno il consenso del sindaco. «Il progetto», ha sottolineato Atzori, «dimostra che la collaborazione tra enti porta a risultati rilevanti e vantaggiosi per il territorio. Il prossimo passo sarà la consegna dello stadio e della pineta».In tutto sono stati stanziati 432 mila euro per le opere da realizzare all’interno del fabbricato che sarà completamente ristrutturato. Con l’impegno di ultimare i lavori entro un anno. Soddisfatto l’assessore al Turismo, Efisio Lecca: «Per noi, oltre il vanto di mettere in atto delle operazioni di cui traggono vantaggio i disoccupati del paese, queste scelte valorizzano beni abbandonati che, senza un’adeguata riqualificazione, andrebbero lentamente in decadenza».
di Santina Ravì
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