E’ ai francesi che dobbiamo l’invenzione della stazione semaforica detta anche “semaforo”, Più precisamente nel 1806, Napoleone domanda al ministro della Marina francese di realizzare un dispositivo di sorveglianza delle navi dalla costa. Un ufficiale d’artiglieria, di nome Dupillon, propone alla Marina un sistema ispirato al telegrafo, e chiamato “semaforo”. Questo sistema è composto d’un albero sul quale si articolano quattro bracci che possono assumere 301 posizioni diverse. Già alla fine del XVIII secolo le prime stazioni semaforiche sono costruite lungo le coste della Sardegna dalla Regia Marina. Sono tutti dotati di un telegrafo per permettere ai naviganti di trasmettere le loro comunicazioni. I servizi di comunicazione dei semafori al contrario dei fari sono assicurati unicamente durante il giorno. Le stazioni semaforiche svolgevano un ruolo decisivo nella difesa costiera e per la sicurezza della navigazione. Basta pensare alla Stazione di Capo Sperone a Sant’Antioco giocò un ruolo di primaria importanza nello scacchiere di guerra tra la marina militare italiana e la Royal Navy o a quella di Capo Figari a Golfo Aranci costruita nel 1890 dove Guglielmo Marconi fece installare il collegamento in microonde di 269 km fra Capo Figari e Rocca di Papa nel Lazio.
Alessio Satta