ALGHERO. C’è anche la spiaggia della Bombarde sotto la lente di ingrandimento messa a punto dalla rete di monitoraggio sull’erosione costiera che l’assessorato regionale all’Ambiente ha costituito nell’ambito di «Resmar», un progetto nel quale le aree marine protette e i parchi naturali dell’isola saranno in prima linea nella raccolta dei dati fisici lungo i litorali. Di questo si è parlato ieri nella sala conferenze del Parco naturale regionale di Porto Conte, dove si è svolto il primo degli incontri territoriali in programma tutta la Sardegna con lo scopo di illustrare le metodologie e il sistema di analisi e verifica del fenomeno erosivo nelle coste. «Il vero ed efficace risultato raggiunto dal progetto e dal coinvolgimento delle aree protette – ha detto Mario Deriu, dell’assessorato regionale all’Ambiente – è stato proprio quello di costruire un protocollo e un disciplinare condiviso e finalizzato all’acquisizione dei dati fisici e individuazione degli indicatori in maniera univoca. Le aree protette raccoglieranno annualmente nei litorali di propria competenza i dati che saranno poi elaborati per comprendere le dinamiche erosive locali, le variazioni in rapporto al sedimento, il ruolo svolto dalle banquettes di posidonia e naturalmente la misurazione della pressione antropica sulle spiagge». Una volta acquisiti i dati da parte delle aree protette, a curarne l’elaborazione sarà il comitato scientifico costituito dai dipartimenti di ingegneria ambientale e scienze chimiche e biologiche, dall’Università di Cagliari, dal dipartimento di Scienza della natura e del territorio e dal Cnr-Iamc di Oristano. Sarà quindi realizzata una banca dati regionale che potrà essere utilizzata poi per intraprendere azioni di gestione efficace contro il fenomeno che per quanto naturale – ma in parte anche dovuto ad azioni antropiche – manda in fibrillazione l’industria turistica e balneare. Tra i relatori intervenuti ieri c’era anche Paolo Orrù, dell’Università di Cagliari, uno dei protagonisti del ripascimento del Poetto. A lui è spettato il compito di illustrare i processi di erosione dei litorali in funzione dei mutati cambiamenti globali. Si è soffermato invece sull’inquadramento dello stato dei litorali sardi Sergio Ginesu, docente all’Università di Sassari. Mentre Alessio Satta, direttore della Conservatoria delle coste, ha parlato della necessità di creare un osservatorio permanente, così si possa dare efficacia all’intero progetto di controllo dell’erosione e quindi un valido supporto agli uffici regionali preposti a calmierare il fenomeno. Il primo incontro territoriale del progetto Resmar si è quindi concluso con una tavola rotonda sul concetto secondo il quale la gestione e la valorizzazione delle coste deve passare necessariamente da un percorso di conoscenza approfondita in cui il monitoraggio è strumento propedeutico a tutto le azioni successive.
Sergio Ortu