di Carlo Floris
CALASETTA. Verso il recupero del faro di Mangiabarche, luogo letterario Massimo Carlotto vi ha ambientato «Il mistero di Mangiabarche») ma anche località di grande valore dal punto di vista storico, paesaggistico e naturalistico. Alessio Satta, direttore della conservatoria delle coste, ne è convinto: «Abbiamo predisposto un percorso che porti alla piena valorizzazione della struttura. Un percorso che abbiamo condiviso con l’amministrazione e che comincia con la bonifica e la messa in sicurezza della vecchia struttura. Sarà predisposto un bando che mira alla piena valorizzazione ed alla piena fruibilità per i calasettani e anche per i turisti». Insieme al faro che sta sull’isola omonima ci sono un dedalo di costruzioni e cunicoli in gran parte pericolanti e da mettere in sicurezza. Ma prima ancora occorre procedere, con grande attenzione alla bonifica da eventuali ordigni bellici. «È strano – prosegue Satta – perché la ex batteria è della Regione dagli anni Sessanta e non risulta che questi lavori siano stati fatti. Contiamo di realizzare una delimitazione dell’area, la messa in sicurezza di tutte le cavità e poi di attrezzare dei percorsi e rendere tutta l’area pedonale. Così potrà tornare ad essere pienamente un patrimonio dei calasettani. Poi sarà possibile pensare anche ad altre forme di valorizzazione, sempre di concerto con l’amministrazione comunale. La nostra iniziativa è resa possibile dalla grande attenzione dell’assessore regionale all’ambiente sulla valorizzazione del patrimonio costiero». In particolare ci sono da smaltire ed eliminare vecchie coperture in eternit e c’è da rendere alla comunità il patrimonio costituito dai ginepri e dalle altre essenze della macchia mediterranea che caratterizzano il faro di Mangiabarche.